martedì 6 ottobre 2015

Speciale Lavoro






Lunedi' 5 ottobre, ore 20     


Ciao a tutti!

Oggi esco dal lavoro tardi, sono rimasta in reparto intrappolata da un problema con Workstream - i miei colleghi di Agrate ne sanno qualcosa - che qui è veramente rigidissimo. E dato che da una settimana internet a casa non funziona, che non ho ancora avuto modo di accedere al mio home banking francese e mi serve assolutamente provarlo, che dovevo fare l’ordine di prova alla specie di GAS a cui ho aderito, che ho da settimane il pensiero di scrivere una mail agli amici, ho pensato di usare il pc del lavoro: ed eccomi qui.

E' passato un mese dall'ultimo aggiornamento: mi è capitato di scrivere personalmente a qualcuno di voi e le mie riflessioni sono andate avanti. Mi sento bene, ci sono alcune difficoltà ma è normale, ci sono alcune cose belle e sono normali. In queste settimane ho iniziato un blog, mettendoci le mail che vi ho già spedito, pensando così di evitarvi lo spam nella posta e di farne anche un diario – una sorta di… "diario del cambiamento"? - per conservare la memoria di questi momenti di passaggio e scoperta. Voglio rileggere queste riflessioni tra un anno e vedere cosa sono diventate e cosa sono diventata io.




Alcuni di voi sono curiosi di sapere del mio nuovo lavoro e dei colleghi che ho trovato qui. Francesco in primis il mio ex compagno di banco :)
Partiamo dall’ufficio: anche qui si usa molto l'open space, che essendo in Francia è corredato di moquette. Ma qui ci sono anche grandi finestre che danno sulla mini zona verde che isola ST dalle strade circostanti, quindi si vede fuori ed è fantastico sapere che tempo fa. Certo spesso piove, ma poi smette, e poi ricomincia e smette di nuovo, non ci si annoia davvero. Per andare in reparto si passa da fuori, come per AG8, con un percorso che dove è coperto è la zona fumatori: per cui oggi, dopo essermi presa la boccata di fumo di un collega sincronizzata col mio passaggio, ho preso l'acqua. Non era niente, comunque, dopo aver sperimentato i monsoni in Thailandia forse sono pure pronta per vivere a Londra.


Divido il mio pezzo di open space con gli altri cinque eng della Metal, o meglio quattro perché uno è in prestito a tempo indeterminato ad un progetto situato nel misterioso "Bâtiment Z": un edificio lontano dal mio, che scusatemi ma io penso sempre a Guerre Stellari quando lo nomino. Questo collega è Christophe, seduto (quando c'è) di fronte a me.
Il suo nome mi ruba quello di Mathieu, alla mia destra, perché Mathieu per me ha una faccia da Christophe: dopo averlo salutato più e più volte con un « Bonjour Christophe » ora gli dico « Salut » e finisce lì. Lui è molto comprensivo e dato che ha 35 anni ed è il più giovane del gruppo forse ormai è abituato ad avere a che fare con gente che perde colpi, he he he…

Il più anziano di noi è infatti Marc, alla mia sinistra, un ex ingegnere di Applied Materials. Quasi sessant'anni, barba bianca e pancione da Babbo Natale, in bocca spesso parolacce e l'eterno stuzzicadenti che ai francesi piace tenere su un lato per ore e muovere con la lingua ogni tanto. Oggi alle 11 di mattina alla riunione di gruppo ne aveva uno in bocca e quattro in mano, sapendo che il suo ultimo pranzo in azienda era di venerdì scorso... da quanto tempo aveva quegli stuzzicadenti, e soprattutto: dove li conserva??
Ho deciso di non rispondere a questa domanda perché, anche se mi sento più tollerante verso questa abitudine che in Italia trovavo disgustosa, qui è così normale che sarei ulteriormente disadattata. Meglio non pensarci.
Gli altri colleghi sono Philippe, quelli da cui imparo il mio mestiere e che merita un capitolo speciale dedicato a lui, e David, un tipo tranquillo che si occupa di Maestria e che va sempre a pranzo ad orari regolari con Marc, ma a cui non ho mai visto uno stuzzicadenti in bocca. Stuzzicadenti a parte, sono tutti molto gentili e pazienti con me, e forse gli fa anche piacere avere una ragazza nel gruppo. Hanno anche accettato di non stringermi più la mano tutte le mattine, li adoro.

A proposito di abitudini locali, sono certa che le Alpi fanno la differenza anche quando si parla di lavarsi i denti dopo pranzo. Da quando sono qui non ho mai incontrato nessuna collega in bagno con la classica bustina, mentre noi ad Agrate ci spazzolavamo i denti in contemporanea come al campeggio. So che ad Andrea, il mio capo italiano, è capitata la stessa cosa, anzi i colleghi me l’hanno raccontato ridendo che lui è l’unica altra persona che si lava i denti in ST. Se fa ridere…
Forse però le cose cambieranno: oggi una collega mi ha detto, vedendomi lavarmi i denti, che « Ça fait du bien, bisognerà che mi porti anch’io lo spazzolino al lavoro ». Et voilà che la cross contamination è iniziata.

E infine, il mio lavoro: che consiste nell’occuparmi principalmente di due attrezzature, ma non solo di queste in realtà perché mi hanno già detto che seguirò anche altre cose. Si tratta di due macchine che fanno l’elettrolisi del rame, della stessa marca ma due modelli un po’ diversi. Una è appena arrivata e avrei dovuto occuparmi del suo start up, poi ci sono stati un po’ di problemi imprevisti e in tanti si sono occupati di lei. Ma soprattutto io pensavo: com’è possibile che possa farlo, che non so ancora fare niente? E infatti. Oggi inizio la mia nona settimana di lavoro, in fondo.
Be', ora me la cavo meglio con loro ma resta difficile per me chiamarle per nome. Infatti i loro nomi da fabbrica sono distiguibili in forma scritta: CHIM506 e CHIM671, ma lo sono molto meno nella pronuncia del loro nome in francese, che suona così nei due casi: "scim sensansis" e "scim sisansuasanteonse". All’inizio ero davvero in difficoltà; adesso riesco a dire i loro nomi abbastanza velocemente se ne visualizzo il numero, ma spesso per farmi capire dico ancora « quella di sinistra », o « quella vecchia » per indicare la 506. In tutto ciò Andrea devo dire che se la cava benissimo, nonostante la pronuncia modenese renda quelle esse ancora più mescolate. Quindi certamente ce la faro’ anch’io prima o poi.

E non sarebbe finita qui, ma per stasera si’. Un abbraccio a ciascuno di voi!


Serena


P.S.
La specie di GAS a cui ho aderito si chiama La ruche qui dit oui, cioè l’arnia che dice di sì, una rete di produttori e consumatori che prevede una piccola percentuale per chi gestisce il tutto, giusto secondo me. Questa rete che ha moltissimi nodi in Francia e in Belgio, ma anche alcuni in Spagna e… in Italia. Se volete curiosare:
https://laruchequiditoui.fr/
Mercoledì – come a Milano! – andrò a ritirare il mio primo ordine e poi vi dico.

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