lunedì 9 novembre 2015

Primo Quarter

Ciao a tutti!

Bello ritagliarmi un'ora stasera per scrivervi. Sono uscita "presto" oggi dal lavoro, dopo solo 8 ore e mezza mensa esclusa, ho iniziato a darmi un limite. Ultimamente in ufficio avevo preso il vizio di fare tardi, per riuscire a finire almeno qualcuna delle tante cose da fare che si presentano al mattino. Ma ogni mattina è la stessa cosa, con ogni volta nuovi problemi delle mie macchine; aggiungiamoci poi che non sono nata veloce - oddio, per nascere sì: mia mamma mi ha raccontato che è stata portata in sala parto col cappotto - e che sto ancora imparando il mestiere: insomma mi faceva piacere, e comodo, e in una certa misura mi ha tranquillizzato lavorare un paio di ore in più quasi tutti i giorni. Da un mese almeno.
Anche se posso permettermelo perché qui il tram passa fino a tardi, ora ho capito che è troppo: così ho preso appuntamento dall'estetista per stasera alle sette, così sono uscita per forza all'ora giusta. E poi arrivando a casa presto ho fatto il mio primo esperimento di compôte de pommes, con mele selvatiche raccolte in un prato la settimana scorsa e altre trovate sotto ad un melo cittadino. Per domani però devo trovare qualcos'altro da fare alle 19.

Adesso che i mesi passati dal trasferimento sono tre, aziendalmente parlando un quarter, verrebbe da fare un bilancio. Oggi alla riunione di gruppo ho iniziato a manifestare la mia sensazione di disagio per lavorare tappando le falle, in emergenza, invece di riuscire a concludere le cose quando serve: segno che un mese passato a lavorare più a lungo non ha cambiato molto le cose. Allora il mio capo ha cominciato ad elencare le priorità di cui occuparmi, relative alle parti su cui ormai sono autonoma: be’, non pensavo ma ce ne sono diverse, segno che forse questo mese di dedizione è servito! Se ripenso a come brancolavo nel buio dell'elettrolisi e dei software aziendali tre mesi fa, vedo che ora va molto meglio.
E se parliamo di ambientamento... mi viene un sorriso, perché mi è capitato di sentirmi dire "Ma come fai a conoscere già tutti??"... è che Tours è una città piccola!!! E capita che il medico che mi fatto la visita per l'assunzione sia un siciliano che si è trasferito un mese prima di me e ha trovato casa con la stessa signora dell'agenzia che ha aiutato me. Capita anche di suggerire ad una ragazza appena conosciuta di mandare il curriculum nel negozio di un amico che cerca una segretaria, uno del gruppo incontrato in enoteca la sera che ho festeggiato il contratto di affitto di casa. E speriamo che la prenda!
Capita che stai seduta fuori da un bar a bere una panaché con un’amica conosciuta a tango - perché anche qui ha fatto un tempo bellissimo e tiepido in questi giorni - e passano altri amici che si siedono al tavolo. Questi li ho incontrati al Cafe des Langues, che non è un locale ma il nome di una serata in una birreria che ospita aspiranti parlatori di altre lingue. È il lunedì sera e tra poco esco proprio per andare lì. Ho iniziato in un momento in cui avevo voglia di parlare in italiano e soprattutto incontrare italiani con cui condividere le piccole frustrazioni derivanti dalla scoperta della cultura francese. Ho conosciuto uno spagnolo, una russa, un canadese, un libico, una olandese, ma ancora nessun italiano. Uno è qui da tre anni, io da tre mesi, un altro da tre settimane. Temevo potesse essere un'iniziativa dai toni e scopi nostalgici, stile post Erasmus, invece ho incontrato persone carine, con cui ieri ho pure fatto un giro in bici lungo la Loira con pic nic! Eravamo in cinque, parlavamo un mescolone di francese, spagnolo e italiano, e tutti parlavano almeno due lingue: il primo Pic Nic des Langues, he he he... gli ho propinato una frittata di ortiche, la mia specialità da quando ho frequentato il seminario di "Yoga et plantes sauvages": ora è il caso di andare ad accertarmi che stiano tutti bene!

E anche voi spero: tengo d'occhio le notizie italiane con la radio, ma le vostre me le dovete raccontare voi personalmente.

Un abbraccio

Serena

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