giovedì 27 ottobre 2016

Italia - Francia 2-2

Ed eccoci al secondo appuntamento con i confronti tra due Paesi. Devo dire che questo tipo di riflessioni occupa buona parte dei miei pensieri, forse un segno che non mi sono poi cosi' tanto ambientata né abituata. Continuo a notare le differenze.
Certo tutto è relativo: parlo di Italia e di Francia ma dovrei parlare di Tours rispetto a Milano e Cogoleto, sono queste le mie vere fonti. Quindi forse tutto questo non ha senso, eppure... vediamo se vi convinco.

Scolapiatti
In nessuna cucina che ho visitato finora in Francia, anche di italiani, ho trovato lo scolapiatti chiuso dentro uno sportello. Spesso c'è la lavastoviglie nelle case, ma nella mia ad esempio no. Ovunque i piatti si mettono a scolare sul lavandino, su supporti con una griglia o su uno strofinaccio, o appoggiati direttamente al lavandino a forte rischio scivolamento.
Mi sembra sempre una soluzione provvisoria, in attesa di comprare il vero scolapiatti; ma questo non succederà mai perché penso che i costruttori di mobili non li fanno proprio. Ma mi chiedo: e Ikea? fabbrica cucine per francesi senza scolapiatti??
Dato che non sono tanto brava a giocare a Tetris con piatti e pentole do il punto all'Italia.

Buone maniere
Non a caso "bon ton" è una parola francese. Qui la buona educazione è quasi un valore morale. Non entri in panetteria senza dire bonjour al panettiere, e se lo fai perché stai pensando ai fatti tuoi e magari lui sta servendo chi è entrato prima di te rischi che il panettiere se la prenda. Gli dai del "vous" anche se ha 20 meno di te ed è uno studente in stage (qui tutti i mestieri hanno una scuola e di conseguenza lo stage: anche il process engineer di ST).
Ormai mi sono abituata: do del voi ai ragazzi che trovo in tram con i piedi appoggiati sui sedili di vellutino carino per chiedergli: "Messieur, s'il vous plaît, pouvez-vous retirer vos chaussures de ce siège? Merci!", e loro iper educatamente rispondono "Excusez-moi madame".
C'è in pratica tanta maleducazione condita da buone maniere. Questo ossimoro si realizza anche nelle persone (sempre di giovani si tratta, ma staro' invecchiando io) che urlano di notte uscendo dai bar mentre passano in rue Charpentier (grrr). Gli stessi poi il giorno dopo girano silenziosissimi sui mezzi pubblici e trovano che gli italiani hanno un tono di voce alto, e quindi fastidioso. E tant'è. La verità è che non c'è un meglio e un peggio assoluto.
Se posso imparare qualcosa da questo confronto, riconosco che la Francia ce lo puo' insegnare in termini di politesse.
Nonostante il mio collega Philippe stasera mi abbia fatto incavolare molto con la sua politesse; il suo non guardarmi in faccia e non rispondermi quando gli parlo per me è insolenza e forse per lui è normale. Pero' non alza mai la voce e mi fa notare che il mio tono invece è troppo nervoso, di stare attenta a come parlo, e cosi' si sente in diritto di andarsene perché lui non ci tiene ad avere a che fare con persone "énervés".

Padroni di cani
Qua siamo indietro di dieci anni rispetto all'Italia, o all'Italia che conosco io.
Padroni di cani per fare la differenza tra loro e i loro cani. I cani poverini la cacca la devono fare, sono i padroni che non raccolgono i segni del loro passaggio. Meno male che qui in questo Paese in cui la forma è sostanza i netturbini si danno da fare per togliere le tracce dei maleducati. Si', anche i francesi pieni di belle maniere non si preoccupano di sporcare i marciapiedi di pietra bianca di Tours e e aiuole curate della loro Ville Fleurie a 4 stelle (su 4).
(Inciso: sappiate che esiste in Francia una classifica di villaggi e città "fioriti", c'è una giuria che va in giro e dà i voti alla qualità ed estensione del verde pubblico:
Quindi entrando in città invece del cartello "Citta denuclearizzata" a Tours vi accoglie la scritta "Ville Fleurie ****)
La mia amica spagnola Beatriz ha vissuto a Tours per 11 mesi. Quindi per quasi un anno ha portato la sua cagnolina Lupe a spasso per Tours e lungo la Loira senza MAI incontrare qualcuno che raccogliesse con il sacchettino la cacca del cane, e sentendosi anche cretina per la sua costanza nel farlo. Mi ha detto che qui i sacchettini di plastica costano tantissimo confronto a Madrid. Secondo me questo non è il motivo ma la conseguenza della cattiva abitudine dei padroni di cani francesi. Si tratta di un prodotto di nicchia e quindi costa caro, un po' come il fois gras. E come il bidet, sigh.
L'idea geniale di Bea, che vi passo, è quella di diventare ricca vendendo in Francia i sacchettini importati dalla Spagna: supponendo che esistano padroni francesi di cani che li utilizzano.
Fatelo anche voi quando venite qui a trovarmi: li vendiamo e vi pagate il viaggio.

Rispetto per i ciclisti
Netta vittoria della Francia. Girando in bicicletta qui mi sento tranquilla, le macchine aspettano di avere spazio sufficiente a superarmi lasciando almeno un metro e mezzo tra me e la loro portiera. Tanto rispetto quindi, ma secondo me sono anche un po' seghe qui a guidare, sebbene dicano che gli italiani guidano male. Ci sono rastrelliere dappertutto, zone vicino al semaforo dedicate all'attesa delle bici, moltissime piste ciclabili, alcuni sensi unici con doppio senso di marcia consentito alle bici, cartelli per le bici che permettono di non rispettare il semaforo rosso. Certe volte queste deroghe sono un po' pericolose, come un contromano permesso alle bici su una mini carreggiata di 50 cm e in curva, con le macchine che ci passano sopra; ammetto che ho paura di passare di li' e quindi evito. Incapacità nella progettazione o volontà di facilitare le bici a tutti i costi? sia quel che sia, c'è evidentemente tanto interesse per le bici: non solo da parte del pubblico ma anche dalle istituzioni. Anche in Italia la bici sta vivendo il suo Rinascimento, ma mi sembra che li' le istituzioni siano ancora un po' al traino dell'iniziativa dei ciclisti. Qui è una specie di Pubblicità Progresso che fa il Comune, e pure lo Stato attraverso le imprese tra cui ST, con una sovvenzione per chi garantisce di venire al lavoro in bici almeno un certo numero di giorni all'anno. Incredibile! Come per chi viene con i mezzi c'è lo sconto sull'abbonamento, cosi' per chi viene in bici c'è in regalo un kit da ciclista con il giubbino fosforescente e robe varie. ST offre pure uno sconto sull'acquisto della bicicletta elettrica! Io pero' me la rido, io vado in bici sulle mie gambe e scalo pure la Tranchée.
La bici elettrica me la compro quando vado in pensione, cioè mai.



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