mercoledì 9 settembre 2015

Sviluppi dopo l'atterraggio

(17 agosto)


Ciao a tutti ancora una volta,

per il notiziario su come me la cavo a Tours: siete ancora tanti a volerne sapere, una trentina, mi fate felice! Alcuni però si beccano la mail di default, tipo la mia famiglia, e il Pale che negli anni di ST ad Agrate è stato un po' la mia famiglia per il suo supporto al lavoro e fuori del lavoro. Poi Fra mio compagno di banco da 9 anni :) e alcuni altri.
Mi dovete proprio scrivere "per favore cancellami", tutti voi che vi ho aggiunto di mia sponte ma potreste essere già contenti del primo comunicato e poi basta così.

Rispetto alla prima e ultima mail è cambiato tutto, il mio livello di inserimento è aumentato moltissimo. Ho un vero abbonamento mensile ai mezzi e ho finalmente una SIM francese! Questi importanti risultati sono stati raggiunti nello stesso giorno, e quel pomeriggio ho dovuto tornare per forza alla Guinguette per festeggiare con una birretta.
A proposito, ecco il mio numero: 0039 (0)783 76 27 41, come lo scrivono i francesi. L'ho subito imparato a memoria, ero molto emozionata. Avrei addirittura dovuto scegliere io il numero tra altri cinque al momento dell'acquisto della SIM, non mi era mai capitato prima perché la mia unica SIM finora era quella presa da mio papà quando nel lontano anno 2000 mi regalò un Nokia 3310 (mitico!). Allora ricordo che scelse quel numero perché era facile da ricordare, dato che contiene la sequenza 32-64. Nella scelta del mio numero francese invece io mi sono subito impantanata perché la percepivo come una scelta mistica, quasi come un numero che dovessi ricevere per caso, o dal destino piuttosto. Il tizio del negozio mi guardava veramente perplesso, per fortuna aveva 20 anni e mi portava rispetto, e quando gli ho chiesto di scegliere lui per me ha gentilmente ri-scelto il numero che di primo acchito avevo indicato io. Che infatti è quello giusto.
Anche dentro questo c'è una regola che aiuta a ricordarlo. Quando l'ho detto alla tipa dell'agenzia immobiliare ha scrollato la testa e ha detto "Non ci provo neanche, roba da ingegneri".
E voi volete provare a scoprirla?

Quella sera - era sabato scorso - ho continuato a festeggiare andando a ballare tango per la prima volta. È anche un ottimo modo per conoscere gente, molto più che al lavoro in effetti. Al lavoro sono riuscita ad avere il cellulare di un francese - be’, non chiunque ma il capo del mio capo - solo quando sono rimasta a casa in malattia. Invece in milonga me li tiravano dietro, he he he...

Infine, la cosa che mi sta più a cuore: ho trovato casa! La ricerca mi ha messo alla prova, ma poi ho imparato la tecnica: essere flessibili sui pro e contro delle case, portarsi dietro plichi di documenti che certifichino che sarò per sempre in grado di pagare l'affitto, e scegliere seduta stante.
Avrei dovuto aspettare di visitare case con una specie di agenzia semistatale pagata con le tasse delle imprese che offre gratis ai dipendenti la prestazione: il CIL Val de Loire. A loro avevo già mandato dall'Italia la scheda con le caratteristiche dell'alloggio che volevo. Certo non era facilissimo: all'inizio avevo indicato che con un budget di 500 euro volevo un T3 (tre locali di cui 2 camere da letto) meublé (arredato) con giardino e posto macchina. La prima volta che ho parlato con quella del CIL (la signora che non ha provato ad indovinare la regola del numero di cellulare) mi ha detto "Non esiste". Ma come, non pretendevo neppure di avere il bidet in bagno!!
Qui apro una parentesi: in Francia il bidet non esiste più, hanno imparato a farne a meno in nome di "più spazio in bagno". Mi è quindi capitato di vedere salle de bain semivuote, con spazio sufficiente per un armadio, o tre bidet. Lo si può trovare ancora nelle case antiche non ristrutturate: dire che vorrei un bidet in bagno è come dire che vorrei il pozzo in cucina.
L'altra moda incomprensibile per me è avere il WC in uno stanzino (toilette) separato dal lavandino. In una casa che ho visitato addirittura la porta della toilette dava sulla sala da pranzo, mentre si entrava nel bagno passando per la camera da letto: bisognava quindi passare per tre porte prima di lavarsi le mani! insomma alla fine si corre anche il rischio di dimenticarsi.
Ho quindi ammorbidito i criteri di ricerca della casa alzando il budget, includendo i T2 e i non arredati, ma con il WC dentro il bagno. Quando però la signora mi ha dato come primo appuntamento per le visite il 12 agosto - dovendo io lasciare il residence il 31 - ho pensato che non stava facendo i miei interessi e ho iniziato per conto mio a cercare sul sito di riferimento universale per trovare qualsiasi cosa: leboncoin.fr (vuol dire qualcosa come "il posto giusto"). Delle prime cinque case che ho visitato in autonomia lo scorso weekend, due mi sono piaciute: entrambe da arredare, in centro, di stile antico ma ristrutturate - quindi senza bidet, col WC dentro il bagno, una col giardino privato e l'altra con una corte comune recintata per far pascolare le gattine. Ci ho messo 48 ore a decidere che andavano bene: troppo, entrambe già affittate. Notare che avevo risposto ad annunci pubblicati il giorno stesso. Mi è venuto un blues... :( ma ho reagito subito, mancava ormai poco al giro con l'agenzia di mercoledì 12, ho preso altri appuntamenti e - fatalità - l'11 sera su Leboncoin appare l'annuncio di una bellissima casa soppalcata e mansardata, con travi a vista e struttura a "colombage" tipica delle case del centro Europa, cioè con travi portanti visibili in mezzo ai muri, arredata benissimo e con WC dentro il bagno. Purtroppo no giardino, ma la scala per raggiungere il soppalco può far piacere lo stesso alle gattine (sperando che non cadano giù: ma sono gatti, dai, non dovrebbero andare sui tetti?) ...amore a prima vista! ho telefonato alla proprietaria per avere un appuntamento e la risposta mi ha veramente sorpreso: "Madame, credo che noi abbiamo già un appuntamento per domani: alle 16.30 devo mostrare la casa ad un'italiana accompagnata da un'agenzia". Glom.
Il giorno dopo con la signora Véronique del CIL, che ormai è un'amica, abbiamo visitato questa casa, l'ultima del giro. Non vi sto a dire che vedermi girare con lei ha reso i proprietari molto più accomodanti verso i miei documenti italiani non confrontabili con quelli francesi.
Eravamo con un'altra coppia di persone interessate. Io friggevo. Dal vivo la casa era più piccola di come l'avevo immaginata dalle foto, meno fascinosa perché era ancora occupata da inquilini che prima di andare in vacanza l'avevano lasciata conciata come se fossero passati dei ladri lerci. Véronique mi ammiccava, anche lei era molto colpita da questa casa a cui la proprietaria ha dato molto carattere e personalità; avendo dei concorrenti, mi ha detto di fare l'italiana simpatica durante la visita. Ah. Vi lascio immaginare!
Stavolta comunque non ho aspettato: sono passata sopra le piccole perplessità e finita la visita ci siamo messe sul marciapiede lì davanti per telefonare alla proprietaria e fermare subito l'appartamento. Pant pant.... e anche questa è fatta!

Ho scritto tantissimo, scusate, so che a questo punto qualcuno in più sceglierà l'unsubscribe.

Un'ultima cosa prima di salutarvi.
Ieri mi ha raggiunto la notizia dolorosa che è scomparsa una collega di Agrate, una mia coetanea: Sonia, una ragazza dai grandi sorrisi. Se non scriverne potrebbe sembrare non ricordarla, ne scrivo, l'ho pensata tanto.
E pensando a lei, ieri ho deciso all'ultimo minuto di andare a visitare Angers da sola come gita di Ferragosto. Pensando a lei e a tutte le persone care che ci hanno lasciato, abbiamo il dovere di vivere meglio che possiamo.

È tutto, vi abbraccio con affetto e gratitudine, buonanotte.

Serena

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